GENEALOGIA DI UNA CONCEZIONE

GENEALOGIA DI UNA CONCEZIONE

“In certe occasioni le linee tortuose

di un racconto possono spiegare

meglio di un discorso ampio e teorico

perché, a quale fine, e come, si

struttura una concezione”

A. Bauleo


Gruppi Operativi nascono, verso la fine degli anni ’40, in Argentina, a Buenos Aires, dalla necessità di sopperire agli effetti di uno sciopero e di una lotta interistituzionale e politica che lasciavano scoperta l’assistenza ai pazienti psicotici internati nell’Ospedale di Las Mercedes.
Enrique Pichon-Rivière (1906-1976), psichiatra, psicoanalista, fondatore della Associazione Psicoanalitica Argentina (A.P.A., 1942), risponde riorganizzando il suo servizio e trovando soluzione ai problemi legati all’urgenza psichiatrica e alla terapia dei pazienti ricoverati nel manicomio, attraverso un dispositivo gruppale che rimetteva in gioco le conoscenze psichiatriche e psicologiche, in particolare quelle degli infermieri e degli stessi pazienti in via di guarigione.
L’esperienza fa emergere gli effetti dell’introduzione del gruppo nell’istituzione che permettono di ripensare sia il gruppo sia l’istituzione.
Da questa occasione Pichon-Rivière formula due nozioni di base: la nozione di compito e la nozione di emergente. Queste due nozioni rimangono centrali nella concettualizzazione.
Il termine “Operativo” voleva significare che un processo doveva essere affrontato attraverso un altro processo, sia a livello teorico sia a livello pratico; nel caso dell’ospedale di “las Mercedes” il processo era terapeutico-assistenziale. Processo del gruppo/processo del compito era l’”operare”: coincide con il vincolo tra i due processi ed è il processo stesso; il termine “operativo” sarebbe cioè collegato non a ciò che viene fatto in termini di “operazioni” ma a “tutto ciò che succede” dove, “tutto ciò che succede”(e che non succede), ha a che vedere con il compito. Tutto ciò che succede nel processo è il vincolo gruppo/compito.
Nell’esperienza ciò che viene scoperto è che i conflitti potevano essere compresi a partire dal compito e che potevano essere osservati i vari significati del compito dall’interno dell’accadere gruppale.
Viene scoperto anche che nella situazione gruppale si “organizzavano” dei punti di urgenza: la nozione di emergente indicava che era necessario osservare quei punti di urgenza dell’accadere gruppale per comprendere il senso, latente, di quello che stava succedendo.

Nel 1955 Pichon-Rivière pensa e approfondisce la nozione di vincolo in una serie di lezioni tenute all’Associazione Psicoanalitica.
Una sintesi delle lezioni si trova in “Teoria del Vinculo“. José Bléger e Willy Baranger sono, in questo periodo, suoi stretti collaboratori.

Un secondo momento si viene configurando circa dieci anni dopo con l’organizzazione della Scuola di Psichiatria dinamica (1958); possiamo chiamare questo secondo momento “della prospettiva di procedimento metodologico”. Sono docenti della scuola Pichon-Rivière, José Bléger, Fernando Ulloa, Edgardo Rolla, David Liberman, Fernando Taragano, … Sono tutti didatti della Associazione Psicoanalitica Argentina. Attraverso un confronto tra psichiatria, psicoanalisi e psicologia desideravano elaborare una nuova psicopatologia a partire dalle circostanze gruppali e dalla nozione di vincolo. Il centro della loro riflessione riguarda i passaggi tra “il gruppale” e il suo “portavoce”, tra la famiglia e il suo emergente: il malato mentale (sintomo).
La scuola ha una seconda importante finalità: la trasmissione come effetto del processo gruppale.
L’interesse è diretto alla comprensione di che cosa significhi insegnare, elaborare le informazioni apprese, gli ostacoli epistemologici e i conflitti che emergono. Viene istituito un modello pedagogico attraverso un dispositivo di lavoro all’interno del quale è prevista un’informazione teorica (lezione) a cui segue un gruppo operativo centrato sul tema di lavoro oltre che sull’immaginario emotivo che può suscitare.
Agli inizi degli anni ‘60 la scuola si trasforma in “Scuola Privata di Psicologia Sociale“.
Armando Bauleo, Psicoanalista dell’Associazione Psicoanalitica Argentina, allievo diretto e collaboratore di Pichon-Rivère ne diventa didatta.

Alla fine degli anni ’70 entriamo in un terzo momento che possiamo chiamare “della organizzazione di una concezione dei gruppi”.
Armando Bauleo approfondisce ed elabora idee guida per la comprensione dei processi gruppali che trasformano i gruppi operativi in Concezione Psicoanalitica Operativa di Gruppo.
Attraverso l’esperienza nel contesto europeo –Italia, Francia, Spagna, Svizzera– e la diffusione in paesi dell’America –Argentina, Brasile, Uruguay, Cuba, Nicaragua, Costarica, Messico e U.S.A.– Armando Bauleo amplia il campo della concezione dalla formazione alla promozione alla salute, dall’ambito psicoterapeutico alla clinica gruppale, istituzionale e di territorio attraverso il Centre International de Recherches en Psychologie Groupale et Sociale (C.I.R.) e l’Istituto Internazionale di Psicologia Sociale Analitica (I.I.P.S.A.)